Ci siamo! Finalmente è arrivato il momento del rientro a scuola per i nostri bambini: niente banchi girevoli (a rotelle), ma rigorosamente postazioni monoposto per garantire ai bambini una distanza di un metro da “bocca a bocca”. Grazie ad uno stanziamento del Governo di 6 milioni di euro, ben 50 mila scrivanie monoposto tradizionali hanno sostituito le forniture ritenute inadeguate, consegnate l’anno scorso nell’ambito del discusso bando Arcuri. Evviva!
Questione dei “banchi a rotelle” a parte, è arrivato il momento per i nostri bambini di lasciarsi alle spalle il lungo periodo dell’alternanza di didattica on line, per lo più caratterizzata dalla privazione della presenza costante degli insegnanti e della complicità e della condivisione con i compagni di scuola.
Rientro a scuola: un turbinio di emozioni
Si tratta di un momento denso di emozioni per il piccolo esercito di bambini che tra qualche giorno oltrepasserà la soglia dei cancelli scolastici! Anche i genitori, finalmente, possono riappropriarsi di una routine quotidiana, che ormai ha il sapore di un lontano ricordo. Dopo il vissuto traumatico della pandemia e nonostante siamo ancora sommersi nelle nuove abitudini e nelle continue precauzioni sanitarie (mascherine, distanziamento, ecc.), il ritorno alla didattica in presenza costituisce un primo passo verso la normalità, sia per i grandi che per i piccini.
Il rientro a scuola è sicuramente accolto dai bambini con un grande entusiasmo, sono elettrizzati dal poter finalmente vedere tutti i giorni i loro “amici del cuore” ed i compagni di classe. Anche riprendere le relazioni in presenza con gli insegnanti è per loro un momento per facilitare l’apprendimento e non solo. Gli insegnanti rappresentano per i bambini indispensabili referenti affettivi e relazionali. Chi di noi non ricorda con affetto un maestro o una maestra che hanno lasciato il segno nella nostra vita! Un maestro o una maestra, che tanto abbiamo amato, stimato, i cui suggerimenti e consigli ancora oggi fanno parte del nostro bagaglio educativo ed affettivo.
Se da una parte il rientro a scuola è carico di emozioni positive per i nostri bambini, da un altro punto di vista esso rappresenta anche un repentino cambio di passo rispetto alle abitudini della didattica a distanza, ormai consolidate da tempo. I bambini inoltre sono sollecitati ad un ulteriore cambiamento delle loro abitudini in quanto i ritmi scolastici sono ben diversi dai tempi dilatati che hanno caratterizzato la pausa estiva. Cambiare abitudini è qualcosa di abbastanza impegnativo per il nostro cervello e per le nostre emozioni. Se ciò vale per noi adulti figuriamoci per i bambini!
Come procedere per aiutare i nostri figli affinché questo rientro a scuola sia per loro il più sereno possibile?
Un passo alla volta
Cambiare abitudini è faticoso per gli adulti, ma soprattutto per i bambini: per un bambino fare le stesse cose con le medesime modalità, avere orari stabiliti per le sue attività conferisce un senso di stabilità al suo sé ed al suo tono dell’umore, un senso di sicurezza e protezione. E’ importante però che nel corso della crescita il bambino progressivamente rafforzi il suo sé e si adatti a fare dei piccoli cambiamenti. L’inizio della scuola rappresenta per i bambini una fonte moderata di stress positivo che li aiuta a crescere in tal senso. Soprattutto nelle prime settimane della scuola, però è importante sostenerli nel cambiamento facendo attenzione alle loro emozioni; non avere delle aspettative troppo alte sulle loro prestazioni scolastiche, ma apprezzare i piccoli progressi. Gradualmente i bambini si abituano ai nuovi ritmi e tutto diventa più semplice ed istintivo.
Non sottovalutare il “buon sonno”
Il sonno riveste una grande importanza per il benessere sia fisico che psichico: se il bimbo è stanco difficilmente riesce a concentrarsi sui libri, è assonnato e anche irritabile e pigro. Durante l’estate gli orari sono stati più flessibili, le sveglie mattutine ritardate ed invece posticipata l’ora per andare a dormire. In maniera graduale i bambini possono riprendere abitudini più consone rispetto a quelli che sono gli orari scolastici, ma è possibile aiutarli cercando di rendere più stabili gli orari per andare a dormire e nelle ore serali coinvolgerli in attività rilassanti, limitando sia i giochi che richiedono troppo movimento od un eccessivo coinvolgimento mentale.
Limitare l’utilizzo della tv e del tablet
Il tempo dedicato a guardare la tv oppure a giocare al tablet è stato più abbondante nel periodo delle vacanze, dove la maggior parte delle attività di studio e le eventuali attività sportive e ricreative sono state sospese. Pertanto, iniziare a circoscrivere ad un massimo di due ore giornaliere la visione della tv e l’utilizzo del tablet può essere una buona abitudine. Tali limitazioni aiuteranno il bambino ad avere livelli di attenzione e concentrazione migliori e di conseguenza un rendimento scolastico più apprezzabile. Soprattutto la sera e prima di andare a dormire sarebbe opportuno evitare l’uso della tv e del tablet.
Mens sana in corpore sano
Per favorire la capacità di apprendimento dei bambini ed incrementare la loro attenzione e concentrazione, oltre ad occuparsi del buon sonno e della limitazione dell’utilizzo dei device elettronici, è consigliabile anche dedicare attenzione al loro corpo. Approfittare delle giornate ancora calde e lunghe per fare il pieno di luce, di sport e attività all’aria aperta è per i bambini un’ottima opportunità per potenziare le loro capacità cognitive.
Alimentazione consapevole
Durante le vacanze anche l’alimentazione è stata più sregolata e caratterizzata da un aumento dei cibi salati oppure di gelati e dolci. E’ consigliabile quindi ristabilire uno stile alimentare che privilegi cibi preparati a casa e limitare il consumo di alimenti industriali ipercalorici ricchi di zuccheri e grassi, di sale e di bevande gassate e troppo zuccherate.
Come i genitori possono aiutare un bambino con dermatite atopica a vivere al meglio il rientro a scuola?
L’estate solitamente è un buon periodo per i bambini che soffrono di dermatite atopica in quanto la pelle tende ad un miglioramento grazie all’azione benefica del sole, del mare e dell’aumento della temperatura. Una delle minacce in estate che rischia di causare il peggioramento dello stato infiammatorio della cute può essere rappresentato dall’eccesso di sudorazione.
Settembre non solo è il periodo del rientro a scuola, ma è anche un momento importante per preparare la pelle ad affrontare il cambio di stagione. Nei casi di dermatite atopica media e severa, oltre alla visita dermatologica di routine, è importante anche effettuare una consulenza allergologica per stabilire se ci siano eventuali allergeni alimentari, inalanti o da contatto, che possono influire negativamente sul decorso della dermatite atopica del bambino. Inoltre è consigliabile effettuare una consulenza nutrizionale al fine di pianificare uno stile alimentare che aiuti a contenere l’infiammazione della pelle. Infine, con l’arrivo dell’autunno è opportuno valutare con il dermatologo di fiducia o con il pediatra l’eventuale integrazione di vitamina D.
Bambini in età scolare
Tra i sei e i dodici anni i bambini approcciano il mondo della scuola e il gruppo dei coetanei assume un ruolo di sostegno emotivo, intimità ed autorità. A questa età i bambini cercano di adattarsi il più possibile alle aspettative del gruppo dei pari ed il loro sentimento di sicurezza si costruisce in relazione alla risposta ricevuta dal gruppo. Se per un bambino in età prescolare l’amico è per lo più un compagno di giochi, dai sei ai dodici anni gli amici diventano i protagonisti di relazioni stabili e durature caratterizzate dalla condivisione di interessi, finalità e attitudini comportamentali.
La relazione con i coetanei oltre ad essere un’importante opportunità di crescita può altresì rappresentare un luogo di conflitti ed insidie; un bambino affetto da una patologia come la dermatite atopica potrà sentirsi inadeguato o «diverso» a causa dei suoi problemi di pelle.
E’ possibile aiutare i bambini con dermatite atopica seguendo alcune semplici indicazioni:
Fornire al bambino una definizione chiara e semplice della sua malattia della pelle, in modo che non si trovi impreparato e possa spiegare ai suoi compagni di classe:
- come si chiama la sua malattia, perché si gratta e cosa sono le macchie rosse che ha sulla pelle;
- la dermatite atopica non è assolutamente contagiosa o pericolosa per chi sta vicino al bambino, o gioca con lui; la sua malattia della pelle non è causata da una scarsa igiene;
- perché non può mangiare determinati alimenti o deve proteggersi da determinati allergeni (acari, pollini, ecc.).
Tali conoscenze metteranno il bambino nella condizione di poter dare informazioni sulla sua malattia ai suoi coetanei, ciò gli consente di non essere preso in giro, oppure allontanato o emarginato a causa della diffidenza o della paura di contagio da parte dei suoi compagni di classe.
Parlare serenamente al bambino della sua malattia gli permette anche di non sentirsi inadeguato, o di vergognarsi a causa della sua patologia della pelle.
Insegnare al bambino alcune facili tecniche per gestire il circolo vizioso prurito-grattamento
- Aiutare il bambino a fare attenzione al grattamento inconsapevole;
- Spiegare che il grattamento peggiora la dermatite atopica ed aumenta il prurito;
- Proporre al bambino alcune tecniche alternative al grattamento come ad esempio: massaggiare la zona del corpo interessata dal prurito, picchiettare, oppure applicare una crema emolliente, opportunamente suggerita dal dermatologo di fiducia; invitare il piccolo ad utilizzare delle tecniche di distrazione (pensare ad una situazione piacevole), oppure delle tecniche di visualizzazione (immaginare scenari che lo tranquillizzino quando avverte prurito).
Non sottovalutare eventuali disturbi del sonno
E’ molto importante monitorare l’eventuale insorgere di disturbi del sonno: la privazione di un buon sonno avrà delle inevitabili ricadute sia sull’apprendimento che sulla memoria. La sistematica deprivazione di sonno potrebbe inoltre avere un’influenza negativa sul rendimento scolastico in generale. Infine, un sonno instabile può rendere il bambino di cattivo umore, affaticato ed irritabile.
Non sottovalutare lo stile alimentare e l’attività fisica
Per una cura adeguata della dermatite atopica del bambino è indispensabile una cura particolare dello stile alimentare e della pratica di una moderata attività fisica. E’ importante sapere che alcuni cibi facilitano i processi infiammatori della cute, mentre altri aiutano a contenere sia il prurito che l’infiammazione della pelle. Anche praticare sport oppure dell’attività fisica aiuta il bambino ad essere più rilassato, oltre a favorire un ciclo del sonno più stabile.
Creare una rete attorno al bambino
Informare gli insegnanti ed i genitori dei compagni di classe sulla malattia e le sue caratteristiche permette di creare una rete di protezione per il bambino al fine di:
- evitare iniqui giudizi sul rendimento scolastico da parte dell’insegnante;
- aiutare il bambino a non isolarsi rispetto alla relazione con i compagni, a causa di sentimenti di inadeguatezza o vergogna;
- evitare e monitorare eventuali fenomeni di stigmatizzazione, esclusione, derisione da parte dei compagni di classe.
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Fonti:
Aiazzi R. (2014) Dermatite atopica: la consultazione psicologica in allergologia pediatrica. Rivista di Immunologia e Allergologia pediatrica 2014;1:38-45.