E’ inverno e la tua dermatite atopica o quella del tuo bambino con l’arrivo dell’inverno molto probabilmente sono peggiorate.
La dermatite atopica è una malattia infiammatoria della pelle con un decorso cronico e la presenza di periodi di recidive soprattutto in inverno e in primavera.
E’ definita una malattia multifattoriale perché dipende dalla complessa interazione di svariati fattori: predisposizione genetica, fattori immunitari, allergie, stress emozionale e cronico.
Anche gli agenti ambientali quali il clima, l’umidità, la temperatura giocano un ruolo fondamentale nel causare un peggioramento delle condizioni della cute.
E’ possibile limitare una grave ricaduta della tua dermatite atopica o di quella del tuo bambino nel corso dell’inverno?
Il corredo genetico della persona atopica è predisposto per avere una particolare barriera cutanea iper-sensibile ed iper-reattiva che mostra tutta la sua fragilità di fronte all’arrivo dell’inverno.
La pelle risulta particolarmente porosa a causa del deficit della barriera cutanea ed è pertanto spesso aggredita da agenti esterni come i detergenti irritanti, i profumi, la polvere, la durezza dell’acqua.
Con l’arrivo dell’inverno purtroppo altri fattori intervengono a complicare le condizioni della pelle atopica:
- Riduzione della temperatura
In inverno le temperature si abbassano notevolmente e questo rappresenta uno shock non indifferente per l’iper-sensibilità e l’iper-reattività della cute atopica;
- Variazioni improvvise della temperatura
Il cambiamento repentino delle temperature tra un ambiente esterno e il luogo di lavoro o la propria casa predispone la pelle a frequenti shock termici nell’arco della stessa giornata;
- Elevata temperatura degli ambienti domestici o lavorativi
La temperatura alta presente all’interno delle proprie case spesso crea ambienti troppo secchi scarsamente adatti alle pelli atopiche.
Quali sono gli effetti negativi di questi fattori?
- Le continue sollecitazioni che la pelle riceve a causa delle variazioni termiche non solo danneggiano la cute aumentando lo stato di infiammazione o la secchezza, ma possono favorire anche una maggiore frequenza delle manifestazioni del prurito.
- E’ abbastanza usuale per le persone che soffrono di dermatite atopica avere prurito a causa delle variazioni termiche. La sensazione del prurito ad esempio si presenta più frequentemente di notte o al mattino appena svegli, oppure dopo la doccia. Anche in occasione del passaggio da ambienti caldi a luoghi esterni molto freddi, o viceversa si può assistere ad un aumento del prurito.
- Inoltre un’altra complicazione può essere l’aumento della sudorazione: nei bambini che spesso in inverno si trovano a giocare in casa si può verificare un aumento della sudorazione. Il sudore, probabilmente per il suo pH acido, peggiora la fastidiosa sensazione del prurito.
Quali sono le zone a cui prestare maggiore attenzione?
Ci sono zone del corpo alle quali è necessario fare più attenzione, come ad esempio il volto e le mani, perché in inverno sono quelle più esposte e che possono danneggiarsi più frequentemente.
Ecco che nel corso dell’inverno l’idratazione rappresenta un potente alleato per ridurre gli effetti negativi che l’abbassamento delle temperature produce, soprattutto per chi soffre di dermatite atopica.
Alcuni consigli per assicurarsi un’adeguata idratazione
- Cambia la routine e applica la crema idratante in maniera più generosa, soprattutto sulle mani e sul volto;
- Se la situazione si complica non esitare a contattare il tuo dermatologo di fiducia;
- Limita il contatto con l’acqua;
- Riduci il consumo di quegli alimenti che possono peggiorare lo stato infiammatorio della pelle (zuccheri, carboidrati, alimenti in scatola);
- Aumenta il consumo di frutta e verdura di stagione, pesce, grassi di origine vegetale per favorire l’idratazione di tutto il tuo corpo;
- Ricordati di idratare la tua pelle anche bevendo acqua o altre sostanze liquide senza aggiunta di zuccheri!
- Sorridi alla tua pelle quando al mattino ti guardi allo specchio. I dati della Mayo Foundation for Medical Education and Research rilevano che sorridere abbatte gli ormoni dello stress (cortisolo -39%, epinefrina -70%, dopamina -38%).
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