In autunno la dermatite atopica tende a peggiorare quali possono essere in nostri alleati?
La dermatite atopica è una malattia infiammatoria della pelle con un decorso cronico e fasi di peggioramento che possono verificarsi soprattutto con l’arrivo dell’autunno e successivamente dell’inverno. Quali alleati scegliere grazie all’alimentazione per potenziare l’azione del tuo sistema immunitario?
Il vento ed il freddo rappresentano condizioni climatiche che mettono a dura prova chi soffre di dermatite atopica: in Italia il 15-20% dei bambini e l’8% degli adulti. La cute sarà più predisposta a disidratarsi e ad irritarsi; peggiorano sia il prurito che il rossore. Il calo della temperatura ed il vento freddo possono comportare anche la perdita di liquidi causando un ulteriore aggravamento delle condizioni della pelle. Anche l’accensione dei termosifoni può inasprire l’eczema atopico in quanto le variazioni termiche o l’eccessivo calore provocano sudorazione e la conseguente dispersione di liquidi.
Appurato quindi che l’arrivo dell’autunno richieda una particolare attenzione per chi soffre di dermatite atopica, suggeriamo di tenere sotto controllo l’alimentazione quale fattore protettivo per l’eczema, sia per quello che riguarda una buona idratazione della cute, sia per il buon equilibrio del nostro sistema immunitario.
Ricerche recenti indicano un ruolo centrale del microbioma che risulta fortemente influenzato sia da molteplici fattori ambientali che dietetici. È altresì ormai noto che il microbioma è un attore costante nella modulazione della risposta immunitaria. Gli studi scientifici rilevano come cambiamenti nell’ambiente e/o nella nutrizione producano disbiosi (squilibrio microbico) nell’intestino, ma anche nella pelle. Tali alterazioni delle popolazioni microbiche possono indurre mutamenti sia qualitativi che quantitativi nel metabolismo del soggetto.
Sistema immunitario il primo alleato: il microbioma
Con il termine microbioma intendiamo l’espressione genica che caratterizza uno specifico microbiota: vale a dire l’insieme dei microrganismi, per lo più batteri, che vivono sopra o all’interno di un altro organismo. Queste popolazioni di bacilli interagiscono tra loro e con il loro ospite e possono essere classificati come benefici o pericolosi. Il microbioma nell’uomo può rappresentare il 90% delle cellule, in un rapporto di 10:1. Studi recenti sottolineano che il numero di batteri nel corpo è dello stesso ordine del numero di cellule umane. La maggior parte di questi microrganismi vive nell’intestino (microbiota intestinale), nella cute (microbiota cutaneo), nei polmoni (microbiota polmonare), ecc. Approfondiremo in particolar modo in relazione alla dermatite atopica, il microbiota intestinale e quello cutaneo.
Microbiota e intestino
Il termine microbiota ha sostituito il termine microflora e sta a significare la comunità di virus e batteri che vive nel tratto gastro-intestinale dell’individuo. I microrganismi sono sempre stati presenti nell’intestino dell’uomo durante tutta la sua evoluzione. Il microbiota intestinale è un complesso e dinamico ecosistema e svolge numerose funzioni:
• protezione contro l’aggressione dei patogeni ambientali;
• funzione metabolica: fonte di energia tramite la fermentazione;
• sviluppo del sistema immunitario innato ed adattativo e mantenimento della tolleranza immunitaria (mancata risposta ad un antigene, indotta dalla precedente esposizione a quello stesso antigene: sostanza riconosciuta estranea o potenzialmente dannosa dal sistema immunitario).
La determinazione del microbiota intestinale inizia fin dalla nascita e soprattutto al momento del parto, quando avviene la colonizzazione da parte dei batteri materni.
Nei primi tre anni di vita la nutrizione è uno dei fattori che maggiormente influenza il mutamento del microbiota intestinale. Gli studi testimoniano come il latte materno rispetto al latte in formula favorisca la colonizzazione intestinale da parte di Bifidobatteri e Lattobacilli. La colonizzazione intestinale precoce è fondamentale per lo sviluppo ed il mantenimento della tolleranza immunitaria, utile per la prevenzione di malattie.
Durante il corso dell’infanzia e dell’adolescenza si verificano grandi variazioni nel microbiota causate dall’alimentazione, dallo sviluppo del sistema immunitario, dallo sviluppo puberale e dallo stile di vita.
Nell’adulto il microbiota intestinale sarà caratterizzato da una vasta inter-individualità, esso sarà unico e irripetibile per ciascun soggetto. La composizione dei suoi microrganismi sarà pressoché stabile ed influenzata da fattori ambientali quali: alimentazione, antibiotici, stress e stile di vita.
Alcuni studi hanno messo in evidenza la correlazione tra presenza di Escherichia Coli e Clostridrium Difficile e dermatite atopica. Inoltre i soggetti atopici mostrano popolazioni di Bifidobatteri più contenute ed un maggior numero di Staphylococcus aureus.
Microbiota e pelle
Oltre ad un fenomeno della disbiosi intestinale nell’eczema atopico possiamo assistere ad un disequilibrio delle popolazioni batteriche a livello della pelle che è direttamente connesso con gli aspetti infiammatori cronici della malattia. Nella cute dei soggetti atopici pertanto si riscontra una massiccia presenza di Staphylococcus aureus e una riduzione di altre comunità batteriche quali Streptococcus o Propionibacterium connessi con la riacutizzazione dell’eczema atopico. Altri microrganismi quali gli Acinetobatteri proteggono la cute dalla sensibilizzazione e dall’infiammazione.
Concludendo
Il microbiota intestinale e quello cutaneo, pertanto, sono caratterizzati da fenomeni altamente dinamici influenzati da molteplici fattori : ambientali, dietetici e persino psicologici. E’ noto come molte malattie si sviluppino a seguito di shock e traumi emotivi. E’ altresì noto come la funzionalità intestinale e il processo metabolico siano influenzati, positivamente o negativamente, dagli stati psichici.
Nonostante alcuni studi suggeriscano l’utilizzo di probiotici, (integratori alimentari che contengono i batteri fisiologici dell’intestino crasso: Lattobacillii e Bifidobatteri) o prebiotici, (sostanze che favoriscono l’attività dei suddetti batteri) al fine di potenziare il sistema immunitario ed avviare un’azione preventiva, attualmente la ricerca scientifica necessita di studi più approfonditi e dettagliati sugli effetti di tali sostanze.
In attesa che la scienza compia le sue ricerche e valutazioni possiamo comunque occuparci quotidianamente della salute e del benessere del nostro sistema immunitario al fine di promuovere un equilibrio e favorire il proliferare di quei batteri che possiamo definire amici del nostro micriobiota intestinale e di quello cutaneo.
Quali alimenti come alleati per chi soffre di Dermatite Atopica?
Un adeguato stile alimentare sarà di aiuto al fine di ridurre il processo infiammatorio connesso con la malattia.
E’ importante sapere che alcuni alimenti piuttosto che altri favoriscono il rilascio nell’organismo di citochine pro-infiammatorie che a loro volta contribuiscono alla riacutizzazione dell’eczema atopico.
I cibi da tenere sotto controllo
Ad esempio alcuni cibi chiaramente stimolatori dell’istamina (una molecola che favorisce il processo infiammatorio) possono provocare un peggioramento della dermatite atopica e del fastidioso sintomo del prurito. Tra questi ricordiamo:
• fragole, pomodori, melanzane, latticini e formaggi fermentati, insaccati, uova, cereali contenenti glutine, crostacei, alcune spezie, frutta secca con guscio (noci, nocciole, arachidi e mandorle), cibi in scatola con conservanti.
Gli alimenti con semaforo verde e dotati di proprietà anti-infiammatorie
• Alimenti ricchi di omega-3: semi di lino, riso fermentato, olio di oliva;
• Alimenti ad alto contenuto di probiotici quali: yogurt, soprattutto se non derivato dal latte, zuppa di miso, the fermentati e crauti.
• Cibi ricchi di flavonoidi come frutta e verdura colorata: mele, broccoli, spinaci, verze, cavolfiori e cavoli.
Consigli alimentari
Al fine di ridurre i sintomi della malattia ed il prurito si suggerisce di aumentare l’assunzione di:
• Omega 3: semi di lino, semi di Chia e semi di canapa, riso rosso fermentato;
• proteine che possiamo trovare nei seguenti alimenti: lenticchie, ceci, tofu (non crudo), piselli, carne bianca (pollo, coniglio, tacchino);
• alimenti ricchi di vitamina A quali ad esempio: carote, mango, albicocche, pesche, spinaci, zucca, asparagi, peperoni, anguria, melone, fagiolini, broccoli;
• cibi ricchi di vitamine del gruppo B come cereali integrali, legumi, frutta secca (se tollerata), carni rosse;
• alimenti che contengono vitamina E: carote, olio d’oliva, germe di grano, lino, mandorle, nocciole, semi di girasole.
Raccomandazioni
Anche se diversi alimenti sono in grado di scatenare reazioni allergiche è importante:
• favorire l’utilizzo di cibi freschi e non lavorati;
• tenere un diario alimentare per circa un paio di settimane e annotare gli alimenti che provocano particolari reazioni sulla pelle;
• effettuare eventuali cambiamenti della dieta SOLO con l’aiuto ed il monitoraggio di un esperto allergologo o nutrizionista; solo un esperto potrà stabilire se e per quanto tempo escludere un determinato alimento dalla dieta e quando eventualmente reintrodurlo.
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Bibliografia
Hulshof L., Van’t Land B., Sprikkelman A.B., Garssen J., Role of microbial modulation in management of atopic dermatitis in children 9, 854, 2017.
Melani R., La nutrizione nelle patologie del sistema immunitario, in Sistema immunitario baricentro della vita, Aracne Editrice, Roma, 2018.
Tadolini G., Valentini M., Sistema immunitario baricentro della vita, Aracne Editrice, Roma, 2018.
Yamazaki Y., Nakamura Y., Núñez G., Role of the microbiota in skin immunity and atopic dermatitis, Allergology International 06, 539-544, 2017.